“Non possiamo limitarci al ricordo” dell’integrazione europea “ma dobbiamo fare la nostra parte nel tempo che ci appartiene, va costruita continuamente, giorno per giorno, non soltanto perché tuttora incompleta, ma anche perché mutano le condizioni e mutano quindi gli oggetti da condurre all’integrazione”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento a Varese all’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università Insubria, sottolineando che “sfide come quella della sanità, che richiede un’integrazione collaborativa mondiale”.
“Ma richiedono un’integrazione tutte le sfide più importanti che abbiamo di fronte: dal clima, alle migrazioni, indotte in buona parte dai mutamenti climatici che stanno desertificando ampi spazi di territorio mondiale”. Mattarella ha quindi ricordato l'”economia globalizzata, in cui grandi soggetti operano totalmente indifferenti e svincolati da regole e interventi dei singoli Stati” e “le due grandi transizioni, quella climatica e quella digitale. Tutti impegni -ha concluso il Presidente della Repubblica- che nessuno Stato è in grado da solo di affrontare, ma che richiedono una comune azione nell’ambito continentale. Questo è il nostro compito oggi”.
“La politica estera compete al Governo non al Presidente della Repubblica”, ha affermato poi Mattarella in un inciso del suo intervento. “L’Europa, dopo essere stata per secoli un teatro di guerre fratricide, è diventata un Continente di sviluppo, di progresso e di pace, che deve continuare a trasmettere valori di pace intorno a sé, anche in questo tempo drammaticamente segnato dal ritorno della guerra”. (Adnkronos)