”Quello della Fifa è un atteggiamento gravissimo, è un atto clamorosamente discriminatorio. Temo che abbia fatto un patto con il Qatar e si macchia di una colpa grave. La Fifa è un po’ come il Coni, come l’Onu, sono organismi sovranazionali che non devono subire i diktat dei singoli paesi e dei singoli organizzatori”. E’ quanto dice Alessandro Cecchi Paone all’Adnkronos sulla scelta della Fifa di vietare ai giocatori delle varie nazionali che partecipano ai mondiali di calcio di indossare la fascia ‘one love’ a sostegno dei diritti Lgbtq+. Pena l’ammonizione. ”Mentre noi qua facciamo le nostre battaglie per i diritti civili – continua -in certi paesi esiste la pena di morte per l’omosessualità, per cui opporsi a una forma di protesta contro la pena di morte semplicemente per la tipologia diversa di amore è un fatto che la Fifa dovrà scontare per tutto il futuro. È una colpa terribile perché vuol dire che hanno venduto l’anima. Invece mi si è allargato il cuore quando ho visto la nazionale iraniana – prosegue Cecchi Paone – nonostante rischino la pena di morte i giocatori non hanno cantato l’inno e i tifosi con gli striscioni con su scritto ‘donna vita, libertà’ hanno protestato tutto il loro dissenso. Questi corrono il rischio della pena di morte, non è come mettersi uno striscione arcobaleno, quindi onore al merito. È stata una ulteriore figuraccia per la Fifa, la squadra e i tifosi iraniani stanno facendo una rivoluzione per le donne e rischiano la vita mentre loro (la Fifa, ndr) non riescono neanche a far mettere una fascia ai giocatori”, conclude.
(di Alisa Toaff) (Adnkronos)