Ucraina, attacchi ad est

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Oggi a Mosca il cancelliere austriaco per trovare vie di pace

Si intensifica l’offensiva di Mosca sulle regioni orientali dell’Ucraina, mentre nella capitale russa è previsto l’incontro di Karl Nehammer con il presidente Putin per aprire nuove opportunità di dialogo che portino alla fine delle ostilità.

Questa notte gli allarmi antiaerei sono scattati nelle regioni di Leopoli, Dnipro, Ternopil, Volyn, Zakarpattia, Sumy e altre città, mentre a Mariupol, nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno conquistato nuovo territorio. Ma gli ucraini – si stimano circa 3mila combattenti – continuano a difendere il porto principale e l’acciaieria Azovstal. Intanto il Comando dell’Aeronautica militare di Kiev fa sapere che sono stati abbattuti un aereo e quattro elicotteri russi, ma si temono nuove offensive nell’est del Paese e azioni provocatorie nell’area della Moldova occupata.

Diplomazia austriaca a lavoro

Sul fronte diplomatico, oggi si recherà a Mosca, per incontrare il presidente Vladimir Putin, il cancelliere austriaco Karl Nehammer. Sarà il primo leader europeo a visitare la capitale russa dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Nehammer ha detto che intende impegnarsi per assicurare che si facciano passi verso la pace, pur riconoscendo che le possibilità di raggiungere tale obiettivo sono scarse. Questo viaggio a Mosca è una missione rischiosa, ma anche una “finestra di opportunità per il dialogo”, ha spiegato, ritenendo necessaria una “diplomazia personale”.

Nei rapporti di intelligenze britannica

“La partenza della Russia dall’Ucraina settentrionale lascia le prove della presa di mira sproporzionata dei non combattenti, compresa la presenza di fosse comuni, l’uso fatale di ostaggi come scudi umani e l’impiego di mine sulle infrastrutture civili”. Afferma il ministero della Difesa britannico nell’ultimo bollettino dell’intelligence su Twitter. Il rapporto rileva che “le forze russe continuano a usare ordigni esplosivi improvvisati per provocare vittime, abbassare il morale e limitare la libertà di movimento degli ucraini”, e continuano anche ad attaccare obiettivi infrastrutturali con un alto rischio di danni collaterali ai civili, compreso un serbatoio di acido nitrico a Rubizhne”.

La visita a sorpresa del premier britannico

Il premier britannico Boris Johnson ha incontrato venerdì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in quella che è stata la prima missione, a sorpresa, di un leader del G7 a Kiev dopo l’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio. Johnson ha ribadito la promessa di rimanere accanto all’Ucraina contro quella che ha definito “la barbarie russa”, assicurando altro materiale militare.   “Continueremo a fornire il nostro sostegno per far sì che l’Ucraina non venga mai più invasa”, ha affermato, facendo capire, dunque, che l’alleanza militare è destinata a proseguire anche dopo la fine delle ostilità in corso. Da parte sua, Zelensky ha assicurato che l’Ucraina rimane “pronta per i negoziati e cercherà tutte le possibilità per fermare la guerra”. Zelensky ha pure invitato “altri Paesi” a  “seguire l’esempio” del Regno Unito nel fornire armi efficaci. “Il Regno Unito è leader nel sostegno militare all’Ucraina, leader nella coalizione contro la guerra, leader nelle sanzioni contro l’aggressore russo”, ha detto il vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Sybiha, mettendo in risalto l’importanza strategica che Kiev attribuisce alle relazioni con Londra.

Un archivio per documentare le atrocità della guerra 

Da quando la Russia ha iniziato a febbraio la sua invasione dell’Ucraina, sono stati istruiti più di 4.200 procedimenti per violazioni russe di leggi e norme di guerra. Il dato è stato fornito dal ministro degli Interni ucraino, Denys Monastyrskyi, in una dichiarazione a Ukraine Tv ripresa da Ukrinform. Le violazioni includono sia i bombardamenti che l’uccisione di civili, precisa, e tante foto sulle torture e le atrocità della guerra. Non solo dei morti, ma anche delle donne e dei bambini sopravvissuti ai bombardamenti. È quanto si sta accumulando nell’archivio online creato da Kiev per documentare i crimini  commessi in questi primi 45 giorni di conflitto. Sono frutto delle testimonianze dei sopravvissuti, delle ong presenti nel Paese e dei reportage dei media internazionali. “Le prove raccolte delle atrocità commesse dall’esercito russo in Ucraina garantiranno che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia”, scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, nell’annunciare la creazione di una pagina web in proposito. Una pagina raccoglie racconti di stupri, poi ci sono i numeri che vengono aggiornati in continuazione: nella giornata di venerdì si contavano 1.563 morti, tra cui 1677 bimbi, 4.820 crimini di guerra, 6.800 edifici distrutti, 439.420 civili deportati, di cui oltre 91.000 bambini. E c’è anche una sezione dedicata alla distruzione di numerosi siti culturali, con foto del prima e dopo i bombardamenti.

Sul piano dell’economia

Intanto l’Ucraina ha sospeso le relazioni commerciali con la Russia che perderà circa 6 miliardi di dollari all’anno, ha affermato la prima vice ministra ucraina Yulia Svyridenko, citata dalla stampa locale. Ciò significa – ha spiegato – che Mosca non potrà utilizzare queste risorse per finanziare la guerra. L’obiettivo del governo ucraino è di stimolare la produzione nazionale e dare opportunità alle grandi imprese di lavorare: 156 aziende si sono già trasferite nell’ovest del Paese, e di queste 100 sono già operative. “È stato imposto un embargo commerciale contro la Federazione Russa. L’importazione di merci dalla Federazione Russa nel territorio doganale dell’Ucraina è vietata”, ha detto la rappresentante del Gabinetto dei ministri Taras Melnychuk.

Saccheggiato un seminario cattolico

E nella regione di Kiev i militari russi hanno saccheggiato il seminario teologico cattolico romano di Vorzel. Rubato anche un calice commemorativo della Santa Messa celebrata da Papa Giovanni Paolo II nel 2001 durante una visita in Ucraina. Lo ha annunciato il vescovo della diocesi di Kyiv-Zhytomyr, Vitaliy Kryvytskyi, su Facebook , citato da Ukrinform. “I predoni, con attrezzature pesanti, hanno aperto i cancelli per entrare nel seminario e hanno tirato fuori quasi tutto ciò che può essere venduto: condizionatori d’aria, lavatrici, computer, router, attrezzature da cucina, fino alle vecchie scarpe da ginnastica del rettore. Sono stati trafugati anche alcuni oggetti liturgici”, ha scritto il vescovo.

Fausta Speranza e Tiziana Campisi – Città del Vaticano

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