Gioiosi e confermati nella fede

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All’indomani dell’abbraccio di Francesco ai ragazzi italiani, è ancora grande tra loro l’emozione per quanto hanno vissuto e per le parole del Papa ascoltate. Dalla Puglia sono arrivati in quattromila, tra loro Lorenzo e Francesca accompagnati da don Davide.

Il fiuto di Giovanni e il coraggio di Pietro. E’ ai due apostoli che il Papa invita a guardare, indicando un cammino ai centomila giovani che hanno riempito Piazza San Pietro, partecipando a #Seguimi, la Veglia che, nel Lunedì dell’Angelo, ha concluso il pellegrinaggio dei ragazzi provenienti dalle diocesi italiane. Un momento di ascolto delle parole del Papa, di normalità vissuta con entusiasmo dopo i due anni di pandemia che li hanno costretti a casa, a vivere relazioni digitali e una solitudine forzata. A loro Francesco ha chiesto di “buttarsi nella vita”, di condividerla con gli altri, di avere coraggio come ebbe Maria che disse il suo “Eccomi”, di aprirsi e illuminare il buio delle paure.

Francesca: “un nuovo impegno nel mio ruolo di catechista”

“Frequento il quinto anno del liceo scientifico a Mottola, in provincia di Taranto” dice Francesca Recchia che con entusiasmo racconta la sua “giornata unica”, quella “esperienza davvero indescrivibile”. Vivere insieme a molte persone l’evento, ascoltare il Papa, ma anche i suoi beniamini come Matteo Romano e Blanco, i due cantanti che si sono esibiti prima dell’arrivo di Francesco in piazza. “Il discorso del Papa è stato molto bello – sottolinea – mi ha colpito il passaggio sugli occhiali che noi giovani abbiamo”, il “fiuto” della realtà e della verità, perché “i ragazzi – afferma Francesca – hanno questa capacità di vedere al di là”. “E’ stata una grande esperienza che ha arricchito la mia fede, che mi ha indicato un fronte su cui lavorare. Io faccio l’educatrice in oratorio e voglio continuare ad offrire quanto mi è stato insegnato da altri prima di me, lo farò per i bambini piccoli perché essere catechista è un modo per arricchire se stessi e anche gli altri”.

Papa Francesco in Piazza San Pietro con gli adolescenti italiani

Papa Francesco in Piazza San Pietro con gli adolescenti italiani

Lorenzo: “da qui gettiamo le basi per l’oggi e il domani”

“E’ stata un’esperienza particolare dopo la pandemia, era necessaria perché i ragazzi hanno bisogno di ritornare a mettere in circolo la loro creatività”. A dirlo è Lorenzo Montenegro, 23 anni, seminarista della diocesi di Castellaneta. Uno sguardo da ragazzo ma anche di chi vuole spendere il proprio futuro nella Chiesa, da costruire “già a partire da oggi”. Le parole del Papa che Lorenzo ha sentito di più riguardano l’invito ad aprirsi quando si hanno dei problemi, “questo perché – spiega – non siamo mai soli nel nostro cammino, nella nostra vita, l’esperienza di ieri ce lo ha dimostrato, il Signore è accanto a noi”. “E’ giusto credere nei ragazzi – aggiunge -, in questi ultimi tempi non è facile credere in loro perché forse soffriamo un po’ di adultismo, se così possiamo dire, i ragazzi non vengono apprezzati e così facendo noi non alimentiamo il loro desiderio di ricerca di Dio”. Lorenzo sottolinea poi che tutti i suoi coetanei in Piazza San Pietro si sono commossi, “questa non è una cosa semplice, emozionarsi in un contesto pubblico significa che è arrivato qualcosa di forte”.

Don Davide: “il desiderio di un nuovo cammino di fede”

Don Davide Abascià, incaricato per la pastorale giovanile della Puglia, parla della giornata di ieri che era tanto attesa ma non nasconde che la pandemia, il Lunedì dell’Angelo, potevano essere ostacolo alla riuscita del pellegrinaggio dei giovani. “E invece – racconta – sono stati proprio i ragazzi a chiedere ai loro educatori, ai loro parroci e ai vice parroci di poter partecipare, questo è stato un segno importante. Siamo arrivati in Piazza San Pietro come pellegrini per vivere questo momento insieme con tanta gioia ma è stata anche una giornata nella quale tutti abbiamo riconosciuto il dono grande di essere Chiesa”. Dalla Puglia sono arrivati in quattromila, un numero aumentato piano piano, una conferma, sottolinea don Davide, di “un desiderio che forse noi non stiamo riuscendo ad ascoltare”.

Il Papa tra i giovani

Il Papa tra i giovani

“Siamo usciti dalla piazza con la voglia di portare negli occhi e nel cuore il momento che abbiamo vissuto, ma soprattutto con la possibilità anche di rileggerlo da educatori rispetto al cammino di fede che come comunità parrocchiali, come oratori stiamo facendo. Spero che questa sia una prospettiva, più che una conclusione, che apra a un ulteriore cammino”. A colpire don Davide quanto detto dal Papa sulla Piazza vuota del 27 marzo del 2020 e la Pasqua vissuta ieri con i ragazzi. “Una Pasqua di speranza” nella quale i giovani hanno sentito dirompente il senso dell’incontro e la voglia di essere rinnovati nella loro fede, tutti insieme.

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

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